martedì 30 settembre 2014

Emozioni e alimentazione, quali i nessi?

La fame fisica è un bisogno concreto del corpo che una volta soddisfatto interrompe lo stimolo che lo l’ha generato, è graduale e crescente, viene appagato e soddisfatto da qualsiasi tipo di cibo e non da uno specifico. Solo queste semplici indicazioni chiariscono come questo genere di sensazioni non abbiano niente a che fare con quel “languorino” che si presenta dopo pranzo o prima di coricarsi la notte. Quale può essere la vera causa di questa situazione? Emozioni e stati d’animo!


Moltissime persone incolpano del loro peso in eccesso la tanto famosa “fame nervosa”. Oggi vorrei riflettere su cos’è la fame nervosa e su come combatterla. Partiamo proprio da questo: siamo sicuri che i nostri chili di troppo siano attribuibili alla fame? E poi, siamo certi di mangiare per fame?
Sono moltissimi gli stati d’animo e le emozioni che ci inducono a mangiare in eccesso; tra questi troviamo rabbia, fatica, depressione, solitudine, insicurezza, colpa, gelosia, felicità, ansia/nervosismo, delusione, paura, noia, senso di vuoto, lutto e molti altri.
Vediamone alcuni:
  • Rabbia: la rabbia è l’emozione più citata nei casi di sovralimentazione. Soprattutto se viene repressa suscita un forte senso di disagio che viene spesso confuso con la fame. In realtà la sensazione percepita è il desiderio di nascondere o mascherare l’emozione dolorosa. I problemi con la rabbia nascono quando questo sentimento viene ignorato… i mangiatori emotivi si rivolgono al cibo per soffocare e placare la rabbia.
  • Fatica: la fatica è sicuramente un’altra delle principali motivazioni per le quali le persone si sovralimentano. Il meccanismo biologico è molto semplice: le persone grazie a dolci o snack ricchi di carboidrati scatenando nel loro corpo reazioni chimiche che rilassano il cervello favorendo il sonno. La soluzione è più che ovvia: solo un sonno ristoratore aiuterà a placare e superare la fatica, il cibo in questo caso potrebbe solo essere di intralcio.
  • Depressione, insicurezza, ansia… sono tutti stati d’animo negativi che inducono a mangiare. Mangiando cibi dolci e appetibili stimoliamo reazioni ormonali e neurologiche simili ad alcuni antidepressivi, inducendo la sensazione di benessere. In questo caso sicuramente il cibo non aiuta nella risoluzione dei problemi, anzi può addirittura essere controproducente. Solo lavorando su ciò che scatena queste sensazioni, in autonomia o grazie al sostegno di uno psicologo, potremo risolvere la dipendenza da cibo e il malessere in generale.
  • Felicità: sembra un paradosso eppure moltissime persone mangiano in eccesso per felicità. Molti di noi sono cresciuti grazie a ricompense alimentari: “se fai il bravo mangiamo il gelato”, “se prendi un bel voto compriamo la torta”… oltre che tutti i grandi festeggiamenti gioiosi della vita accompagnati con grandi banchetti: matrimoni, natale, compleanni.
Risulta lampante come molto spesso il cibo non sia fine a se stesso, ma compensi o sostituisca qualcos’altro, spesso stati d’animo negativi, altre volte positivi. È fondamentale imparare a godersi le emozioni per quello che sono, belle e brutte. Solo riconoscendo le emozioni e le sensazioni che stiamo provando e vivendole fino in fondo potremo abbandonare la dipendenza da cibo e iniziare a goderci la vita.

Articolo pubblicato su Beautiful Curvy

Dott.ssa Monica Pirola

martedì 16 settembre 2014

COLLABORAZIONE TRA PROFESSIONISTI: UNA SCELTA VINCENTE


Alla luce delle nuove forme di malessere sempre più diffuse, un elemento imprescindibile risulta la collaborazione tra diversi professionisti, al fine di fornire alle persone un servizio completo e mirato. 

Diverse ricerche indicano come fondamentale la collaborazione con uno psicologo per diverse realtà tra cui: le agenzie per il lavoro per il reinserimento di coloro che hanno perso il lavoro o di chi ha subito un infortunio, gli avvocati nel sostegno a coloro che stanno intraprendendo una causa impegnativa o una separazione, con medici delle più svariate specializzazioni per il supporto a coloro che affrontano una malattia o periodi di forte malessere e riabilitazione (oncologia, cardiologia, ortopedia, ginecologia…). E’ per questo che inizia a prendere forma una nuova figura all’orizzonte: lo psicologo di base. Diversi ordini regionali stanno proponendo questa nuova forma di cooperazione nella quale medico di base e psicologo collaborano costantemente e lavorano in sinergia per il benessere della persona nella sua totalità. 
 

La sperimentazione dello Psicologo di Base ha avuto inizio nel Lazio per poi essere sperimentata anche in Campania e Veneto. In queste ricerche gli psicologi sono presenti nell'ambulatorio del medico tre mattine o pomeriggi a settimana per un totale di 12/15 ore. L’obiettivo è proprio dare risposte ai tanti disagi emergenti in questa fase storica legati alla crisi economica, alle difficoltà nei rapporti sociali, ai disagi giovanili, all'insoddisfazione personale… che tante volte vengono trascurati dalle persone fino a che non diventano vere e proprie patologie. Sicuramente l’iniziativa sarebbe apprezzata da molti, voi cosa ne pensate? 
 
Un saluto,
Dott.ssa Monica Pirola

giovedì 4 settembre 2014

Settembre, si riparte!!!!!

Leggi l'articolosul Blog delle Curvy... Beautiful Curvy

“Il primo settembre è un po’ come il primo dell’anno, idealmente si ricomincia”.
Stephen Littleword

Settembre è il mese della ripresa dopo la pausa estiva, un po’ come gennaio è momento di bilanci, progetti e novità. Diverse sono le reazioni dopo vacanza. C’è chi durante il periodo di ferie ha riflettuto su una nuova pianificazione lavorativa e di tutti i cambiamenti da attuare; chi soddisfatto del lavoro già svolto non vede l’ora di riprendere e buttarsi a capofitto in un turbinio di attività e chi, purtroppo molti, dopo aver staccato completamente la spina e aver messo da parte i doveri e le incombenze di casa, non sa da che parte ricominciare. Il rientro molto spesso è destabilizzante e molto stancante, diversi clienti mi raccontano di vagare per casa confusi, quasi per inerzia e con la mente in stand-by. Questo stato è spesso accompagnato da tono dell’umore basso, scarsa energia, pigrizia e svogliatezza. Come superare questo momento al meglio e in modo propositivo?

Paradossalmente un buon metodo è ripartire con calma. È fondamentale non stressarsi subito con mille impegni e rigidi obiettivi, cercare di ricominciare un passo per volta, con una buona pianificazione e un giusto rispetto del proprio corpo e della propria mente. È importante non cedere a inutili lamentele e rammarichi. Ebbene sì, le vacanze sono finite, ma possiamo cercare di crearci una vita da vivere e godere appieno e non da cui vogliamo scappare. Proviamo quindi a chiederci: quante energie sto sprecando lamentandomi invece che perseguendo uno scopo? Come posso rendere la mia vita migliore e più appagante? Cosa posso fare da subito per iniziare a realizzare questo mio progetto? Se non vi lascerete abbattere dalla fatica, ma prenderete in mano con entusiasmo questo momento, i mesi a venire vi sorprenderanno con abbondanti gratificazioni.

Un saluto,
Dott.ssa Monica Pirola
Psicologa Clinica a Melegnano e Lodi

www.monicapirola.com